[a Claudia]

Capita raramente di riuscire a vedere l’attimo in cui una nuvola nasce. Eppure esiste, ve lo giuro: c’è un istante in cui dal nulla compare una punta di bianco sopra l’azzurro e questo bianco minuscolo cresce fino a diventare una nuvola immensa nel cielo.

Le nuvole fanno una vita strana. Ci sono quelle che diventano scure e poi piove. Alcune diventano così grandi e bianche da farti desiderare più di ogni altra cosa di viverci sopra. Altre copiano le forme della terra e diventano una papera, un profilo dal naso ricurvo o una signora sdraiata in spiaggia, l’attimo prima di ricevere una pallonata da quei quattro ragazzini che giocano poco più in là. Uno di loro ha uno strano cappello.
Si rischia di passarci troppo tempo, a guardare le nuvole.

Eppure, nonostante facciano una bella vita e ci sia la grandine e la neve nei loro giorni più freddi, arriva un giorno in cui muoiono. Anche in questo caso, solitarie. Non le vede quasi mai nessuno. Volano tranquille sopra il blu, c’è il sole, è una bella giornata. Un vento strano le attraversa: un vento silenzioso. Perlomeno, da terra, non si sente nulla. La nuvola sembra girare su se stessa, alcuni pezzi si staccano, spariscono. Molto lentamente il suo corpo diventa più piccolo, fino a quando per le persone a terra diventa una nuvola insignificante, senza importanza.
Se la guardassimo ancora un po’ scopriremmo che quella nuvola non si riunisce con le altre. Non cresce di nuovo. È facile che continui a diventare piccola, sempre di più. E alla fine muore.

Quando ero piccolo (fino a ieri), tutto questo mi spaventava.
Com’è possibile che qualcosa di così importante, nasca e muoia così? Nel nulla? Me lo chiedevo spesso. Ma una nuvola non compare dal nulla come credevo e non è indipendente come immaginavo. Anche se riconosco il suo carattere dal colore; se intuisco la sua volontà dalla direzione che segue e dalla velocità con cui la percorre. Anche se la riconosco tra mille perché unica nello spazio e nel tempo. La nuvola non è che una grinza su un foglio. È acqua che in cima all’onda diventa spuma. È il nodo sulla rete da pesca.

Siamo un grumo d’aria, che si mostra e si scioglie.