senti un suono - il vecchietto che voleva dormire

Da quando è rimasto solo Antonio, detto Tonio, sopporta poco i rumori. Ha sopportato (e amato) tutti i rumori di sua moglie e ora, nel silenzio della casa, ogni suono non appartiene a lei e quindi, in un certo senso, diventa sgradevole.

― Hai sentito? ― dice ad alta voce, rendendosi subito conto che lì con lui non c’è nessuno.
Tonio alza la testa dal libro proprio nel momento in cui un rumore fortissimo proviene dalla strada. Subito esce di casa furibondo. Il tramonto rende il cielo rosso, ma lui non lo degna di attenzione e scruta la strada a sinistra e a destra, alternando la direzione dello sguardo come a una partita di tennis. Insoddisfatto, non avendo individuato la provenienza del rumore, torna dentro, riprende il libro e si risiede sulla poltrona. Poche pagine dopo, però, un nuovo schianto lo fa saltare in piedi.
Agganciato alla maniglia di casa, come se avesse paura di essere trascinato per la via, urla di fare silenzio, senza ottenere risposta.

Tonio in realtà è un po’ sordo. Lui lo sa e questo lo rende ancora più irritabile nei confronti dei rumori: se lui può sentirli vuol dire che sono davvero fastidiosi ed eccessivi. Ma se avesse avuto un udito più fine avrebbe sentito le risate che alcuni ragazzi stanno lanciando da un vicolo vicino, divertiti dal vecchietto infastidito.

La serata per Tonio è un incubo. Esce di casa, non vede nessuno. Rientra e prova a leggere, ma non glielo permettono per più di un paio di pagine. Finalmente arriva il sonno e Tonio sale le scale per andare in camera da letto. Sul viso ha l’espressione di chi è riuscito a passare un altro giorno.
Poco dopo, immerso nelle lenzuola, pensa che forse si è lasciato alle spalle quella serata fatta di rumori e che domani avrebbe ancora letto, magari con più tranquillità.
Si rende conto – maledice i rumori per questo – che non ricorda il libro che sta leggendo, proprio non ce la fa.

Tonio dorme ormai da pochi minuti, quando un frastuono infernale lo sveglia. Esce di casa, in pigiama, e di nuovo agganciato alla maniglia urla verso la strada tutto il suo rancore. Nell’altra mano ha l’ombrello che agita promettendo colpi a tutti quelli che lo stanno facendo impazzire. In fondo vuole solo riposare, è così difficile capirlo? Glielo avrebbe fatto capire lui.

Dopo due minuti di inutili proteste gridate all’aria, Tonio entra in casa e si infila sotto le coperte. Maledice tutti gli esseri umani del mondo e tutti quei rumori, mentre fuori e all’interno delle altre case, le persone brindano all’anno nuovo.