C’era una volta un uomo che viveva sotto un condizionatore. Aveva sempre caldo. Almeno, questo era quello che ricordava dato che ormai era conosciuto come “l’uomo che viveva sotto un condizionatore” e la gente che dà nomi non dà nomi a caso. Parziali, forse, ma mai a caso.

L’uomo aveva la temperatura sempre regolata a venticinque gradi. Poteva bere una birra a piccoli sorsi senza il rischio di farla diventare calda e alle feste non aveva mai le ascelle sudate e poteva mettere la maglietta del suo colore preferito (l’azzurro), senza paura di colorarla sotto le braccia. Quando l’uomo che viveva sotto un condizionatore andava a un concerto trovava sempre molta compagnia perché vicino a lui si stava bene. Potrebbe sembrare che l’uomo che viveva sotto un condizionatore fosse ridotto a un refrigeratore ambientale, sfruttato senza ritegno dalla gente per evitare il disturbo del caldo. Non era così: l’uomo che viveva sotto un condizionatore era anche un tipo furbo e ci sapeva fare: con una scusa evitava di parlare con le persone raffreddate e ai bambini consigliava sempre di mettere il giacchetto. Era ben visto e ben voluto. La fresca temperatura era il suo vanto, ma furono la sua intelligenza e la sua cortesia a far interessare una ragazza e a farla chiacchierare con lui tutta la sera, a cena, in un ristorante dove era andato insieme agli amici.

All’uomo che viveva sotto un condizionatore la ragazza piaceva davvero. Le versò da bere un vino caldo che grazie a lui fu subito più fresco e buono da bere, l’aiutò a soffiare sulla zuppa bollente (in realtà era stato lui a consigliare di ordinarla, sapendo che poi il suo aiuto sarebbe stato gradito e necessario) e le prese la mano consapevole che mai e poi mai lei l’avrebbe potuta trovare sudata.

Lei tolse subito la mano e lui pensò che forse aveva corso troppo, anche se a lui correre non provocava mai un innalzamento della temperatura o una goccia di sudore. Ed è proprio per questo che l’uomo che viveva sotto un condizionatore perse la ragazza che aveva conosciuto quella sera e che gli piaceva così tanto: perché lei aveva stretto la sua mano facendogli credere di essere stato lui a prendere l’iniziativa. Ma poi l’aveva tolta, perché la mano di quell’uomo era fredda.