Non importa come mi chiamo, ma una cosa ve la devo raccontare: ci sono cose che abitano i sogni che non dovrebbero essere mai guardate troppo a lungo: sono tutte potenzialmente mortali. Invece il nostro mondo è grigio, metallico e la sua luce fredda garantisce il giusto tasso di felicità. Le cose che abitano i sogni non devono sovrapporsi al mondo reale o non potrai tornare indietro. Se sovrapponi un ideale a una persona; un destino immortale a un luogo o a un lavoro; se copri con la tela del sogno un incontro; se fai uno di questi errori, sarai perso per sempre. Tutto il resto si incresperà e cerchi concentrici condurranno la tua attenzione lì, al cuore di quel pezzo di sogno che è entrato nei giorni comuni. Tutto diventerà fantastico, nel senso mortale del termine, e senza accorgerti non saprai più chi sei o dove sei.

Se ti vuoi salvare le strade sono due.
La prima è l’abbandono. La sconsiglio. Significa sopravvivere ma perdere tutto. Si parte da quel piccolo centro e da lì si copre il mondo reale, si trasforma tutto il resto. Circondati da colori saturi farete i lavori peggiori credendo di avere una missione e aspetterete con fiducia che i sogni vi ripaghino con la stessa cura e lo stesso affetto. Ma resterete lontani. Vi prenderete cura di un’immagine di voi che non esisterà mai.

La seconda via, l’unica che garantisce il recupero di se stessi, è uccidere. Se un pezzo di mondo acquisisce un colore diverso devi distruggerlo. Devi prendere un sacco nero e chiuderci tutto dentro. Portarlo lontano e dargli fuoco.
Andate via mentre il sogno brucia.

Io ho fatto così tante volte. Ora sono confuso. Sono successe delle cose che non avevo previsto. Il sacco nero non era più nero mentre lo cospargevo di benzina. E quando sono andato via l’ho guardato bruciare, ma sono dovuto tornare indietro: ci metteva troppo tempo, continuava a bruciare, non si consumava. L’ho tirato via dalle fiamme e l’ho portato al centro della strada. Quando ho aperto il sacco ho scoperto che era vuoto. E ora non capisco: mi guardo intorno e non so più dove sono arrivato, non riconosco più la realtà. Cos’è tutto questo colore che vedo?