Cara Donna Contemporanea,

gira ormai da giorni una lettera diretta al Maschio Contemporaneo che parla di crisi e di Sacra Fregna, e vorrei dare una bella notizia a tutti quanti: le cose non sono così drammatiche come sembrano.

La prima cosa da sfatare è questa crisi perenne in cui siamo tutti. Non siamo immersi in problemi, crisi, incompetenze: sono spazi. Perché è difficile vivere spazi mai esistiti prima. Dimentichiamo la vita dei film in bianco e nero, dove anche le città avevano la dimensione di paesi e il punto fermo era il sindaco o il parroco. Per fortuna siamo passati a qualcosa di nuovo e molto diverso.

Te lo dico subito: la Sacra Fregna non esiste più, come non esiste più il Cazzo Padrone. Sono ruoli che possiamo vestire ogni tanto, per divertimento, ma non siamo più incatenati a loro. Ti sembra crisi questa? A me sembra libertà!

Non mi riferisco solo agli infiniti nuovi canali con cui possiamo comunicare, dalle chat alle foto di instagram, ma proprio ai nuovi ruoli che possiamo vestire. Il Maschio Contemporaneo sa cucinare ma non sa cambiare una lampadina? Cambia i pannolini ma si spaventa di fronte a un ragno? Non siamo tutti così, lo sai, c’è ancora chi preferisce sistemare una moto e sporcarsi di grasso fino al midollo, ma il fatto che esistano anche queste nuove combinazioni non ti sembra eccitante? Siamo liberi di essere quello che vogliamo essere.

Voi siete libere di darla come il pane? Noi siamo liberi di scegliere se prenderla. Davvero preferite l’uomo che “va bene tutto, basta che respiri”? Non ci credo. Voi siete libere di stressarvi per la carriera? Noi siamo liberi di rinunciarci e non per questo sentirci meno maschi. Anzi. Ognuno di noi ha mille possibilità in più. Io ci vedo solo la possibilità più ampia e completa di essere se stessi.

Mi dirai che il problema è proprio quello: capire ciò che si vuole. L’uomo forte che decide? L’uomo comprensivo? Si può avere entrambi? Io credo di sì. L’unica cosa che ti chiedo è di non lavorare per contrasto. Se c’è un errore da evitare in un momento di infinite possibilità come questo è di pensare sempre a quello che manca. Se è bianco vogliamo nero, se è dolce vogliamo violento, se è deciso vogliamo dubbioso. È sempre meglio il passato idealizzato, l’altro, il futuro e le sue promesse su cui possiamo disegnare ogni cosa con la mente.

Questo tempo richiede di essere presenti, di rischiare e mettersi in gioco. Dobbiamo tenere le cose reali. Nessuno di noi vuole stare isolato su un monte, ma allo stesso tempo cerchiamo una strana perfezione, un “voglio tutto” che non esiste. Avere tutte queste possibilità significa dover rinunciare a qualcosa. Io rinuncio volentieri alla donna che non dice la sua, che cucina mattina e sera e cresce i figli da sola.

Un tempo nemmeno troppo lontano questo era l’unico modello a disposizione, oggi tu puoi permetterti il lusso di essere quello che vuoi. Smettiamo di chiamarla crisi e parliamo di ricerca, di viaggio, usiamo un’etichetta che comprenda anche il divertimento. Usciamo dalla nostra testa e andiamo a vedere cosa hanno fatto gli altri con se stessi. Abbiamo davanti un mondo complesso e spettacolare. Personalmente, sono più curioso che mai.